La Bobo TV è uno dei migliori esempi da seguire per chi desidera rompere le catene che lo tengono prigioniero dei media tradizionali.
Non è la prima e non sarà l’ultima volta che ne scrivo nella mia newsletter.
Vediamo cos’è successo e cerchiamo di capire perché questo nuovo format nasconda una lezione importante da imparare.
Bobo Vieri e Antonio Cassano erano ospiti fissi della trasmissione calcistica Tiki Taka sulle reti Mediaset.
I due, oltre a essere famosi come ex calciatori e per la loro vita fuori dal campo, formavano una coppia di tutto rispetto come commentatori delle vicende che riguardano il pallone nostrano.
Insieme al conduttore Pierluigi Pardo e a Melissa Satta, ricordo con piacere l’elevato grado di intrattenimento della trasmissione a cui la coppia contribuiva egregiamente.
Nell’ultimo anno, però, la trasmissione ha subito dei cambiamenti visibili:
- La ‘cacciata’ di Cassano;
- L’annullamento del contratto di Bobo Vieri;
- Il cambio di conduttore.
Inutile dire che l’allontanamento del duo Cassano-Vieri ha generato non poche polemiche, con il secondo che ha addirittura intentato una causa nei confronti dell’azienda.
Ma non tutto il male vien per nuocere.
Scopriamo perché.
La svolta con la Bobo TV
Se Cassano è allergico ai social (sembra usi gli account della moglie) e più in generale alla tecnologia, non si può dire lo stesso di Bobo.
Il bomberone non ama Facebook, infatti non lo cura e ha pochi fan, ma su Instagram va forte come sul rettangolo di gioco.
Da lì è partita la sua riscossa.
Dal primo lockdown (marzo 2020) in poi, Vieri ha iniziato a fare dirette a due con altri campioni (ex o in attività) e dirigenti, trovando un vasto seguito di pubblico.
I limiti di Instagram (max due persone in diretta) lo hanno poi spinto a trovare un’altra soluzione.
Ecco quindi fare il suo debutto su Twitch (noto sito di streaming) la “Bobo Tv”.
Non più solo duetti, quindi, ma un format a quattro con Cassano, Adani e Ventola.
Insomma, Bobo si è fatto la sua trasmissione.
Una prima rivincita da sbattere in faccia a chi lo aveva dato per ‘morto’.
La lezione da non dimenticare
Cosa si può imparare da questi eventi?
Te lo dico subito.
Vieri ha capito l’importanza di costruire gradualmente un proprio ecosistema digitale al fine di ridurre la dipendenza da media di terze parti che non controlla e non possiede.
Canali che fino a poco tempo fa alimentavano la sua esposizione mediatica e ora non più.
Vero, Twitch non è suo, così come Instagram, ma senza dare nell’occhio Vieri sta rimendiando anche a questo.
Come?
Applicando la “Strategia della Pila” (che non è quella per far luce).
Sto parlando di un qualcosa di molto potente per ridurre la dipendenza da singoli media (social compresi) e per generare un’inversione di percorso, ovvero fare in modo che gli stessi media che prima ti ignoravano ora ti cerchino o riportino i tuoi contenuti gratis.
Nel mio corso “L’Arca di Matteo”, che trovi qui, spiego come mettere in pratica tale strategia