No Gay, No Party: perché non può esistere un partito omosessuale

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Qualche tempo fa, un titolo di giornale ha attirato la mia attenzione:

“Il partito gay alle Comunali Milano. A ottobre debutterà la nuova formazione denominata “Partito Gay per i diritti Lgbt+”.

Ancora più interessante la dichiarazione del referente milanese:

Le persone Lgbt non vogliono più delegare le loro istanze a terzi. Vogliamo creare un nuovo soggetto politico, che traduca le nostre idee e i nostri valori per un Paese moderno, inclusivo, solidale, ambientalista e liberale, insieme a chi Lgbt non è.

Mauro Festa

In sostanza, secondo Festa, gli omosessuali non dovrebbero più delegare la rappresentanza delle loro istanze a partiti che non sono focalizzati esclusivamente sui temi a loro più cari.

Che tradotto significa: “Non votate più per certi partiti, ma per noi”.

Ecco cosa ne penso.

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