L’ultimo simbolo egizio: l’elemento mancante per vincere in politica, ritornando al passato

Egitto, 1928.

Durante alcuni scavi archeologici nella piana di Giza guidati dal ricercatore americano Robert Langford, viene portato alla luce un enorme coperchio di pietra e un gigantesco anello sepolto sotto di esso, che porta incisi dei geroglifici.

La figlia di Langford, Catherine, una bambina di 9 anni, già appassionata di geroglifici, ruba un amuleto dorato raffigurante l’occhio di Ra, trovato tra i vari reperti appena scoperti.

Successivamente, tutto il materiale ritrovato viene trasferito negli Stati Uniti per essere sottoposto ad accurate analisi da parte di numerosi esperti.

Si scopre che l’anello è fatto di un minerale sconosciuto sulla terra e l’operazione viene immediatamente coperta da segreto militare.

Molti anni dopo, nel 1994, a capo della segretissima elite di scienziati, vi è proprio l’ormai anziana Catherine.

Il segreto nascosto

L’anello è in realtà una “porta delle stelle” che permette di viaggiare verso altre Galassie.

I militari avevano già identificato sei simboli, corrispondenti a sei diverse coordinate stellari, ma non erano mai riusciti a ricostruire l’intera sequenza di attivazione del portale a causa dell’apparente mancanza del settimo e ultimo simbolo.

Per “chiudere il cerchio” fu necessario l’aiuto del Dott. Daniel Jackson, un giovane ricercatore esperto di geroglifici e lingue antiche, deriso dalla comunità scientifica in quanto sostenitore di alcune bizzarre teorie sull’origine della civiltà egizia.

Il resto è storia da film e serie tv: Startate (1994) e Stargate SG-1.

Spesso, quando stai perseguendo un obiettivo, sei costretto a bloccarti per colpa di un elemento mancante che sembra introvabile, ma è proprio lì sotto l tuo naso.

Però hai bisogno che qualcun altro con occhi più allenati te lo mostri e dia inizio al ‘viaggio’.

Il mio libro “Elezioni Mortali” (clicca qui) può essere il tuo settimo elemento

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