Gli uomini del capo: il rischio di rimanere sempre e solo gregari

Hai mai usato un ombrello?

Domanda strana e risposta scontata, quindi te ne faccio un’altra.

Sai a cosa serve un ombrello?

Altra domanda strana con risposta semplice: per ripararsi dalla pioggia, ovvio.

Per alcuni anche dal sole, ma tralasciamo le differenze culturali.

Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo usato un ombrello per ripararci dalla pioggia.

A volte abbiamo pure dato riparo ad altre persone.

Il termine che ricorre più spesso quando parliamo di ombrelli, quindi, è ‘ripararsi’, che deriva dal verbo ‘riparare’.

Vediamo ora una breve descrizione di tale verbo, presa dalla Treccani: “Proteggere, difendere da una cosa pericolosa o dannosa, opponendo a essa un ostacolo o impiegando altro accorgimento”.

Possiamo, quindi, affermare che ‘ripararsi’ è sinonimo di ‘proteggersi’, magari con l’ausilio di un oggetto che si frapponga tra noi e il pericolo.

Bene, è esattamente quello che fa l’ombrello: si frappone tra noi e ciò che riteniamo dannoso in quel momento, ovvero la pioggia.

A nessuno piacerebbe farsi una “doccia naturale”, magari d’inverno con il freddo, per poi prendersi una broncopolmonite.

Dove voglio arrivare con tutta questa premessa, apparentemente senza senso?

Ora te lo spiego.

Perché è un grosso rischio restare sempre all’ombra di un leader forte

I leader di oggi, ancor più che in passato, fungono da ombrello per il proprio partito e per gli esponenti dello stesso.

Tali esponenti cercano uno scudo che fermi o attutisca gli attacchi degli avversari e fornisca protezione da situazioni che altrimenti non sarebbero in grado di gestire.

Il leader politico, nella mitologia moderna, diventa una sorta di martire che si fa carico di onori e (soprattutto) oneri di cui gli altri non vogliono farsi carico perché non hanno l’indole dell’eroe, né posseggono il carisma necessario per guidare un popolo.

Se è vero che il fatto di avere un leader forte presenta molti vantaggi, è vero anche che comporta diversi svantaggi.

Sui vantaggi non c’è bisogno di dire più di tanto, basta vedere i benefici a breve termine avuti dai (più o meno) fedelissimi di Berlusconi ai tempo d’oro, di Renzi tra il 2013 e il 2018, di Salvini più recentemente.

Degli svantaggi, invece, cosa vogliamo dire?

Quanti avrebbero raggiunto certi livelli se non fossero stati nella cerchia più o meno ristretta del capo?

Quanti, forti dello scudo del capo, si sono poi annullati fino diventare totalmente capo-dipendenti?

La presenza di un leader forte che concentra tutto su di sé non prevede altri che gli facciano ombra e necessita di soldati coperti e allineati.

Finché il capo sarà in auge questi godranno di immensi benefici politici e, quasi per osmosi, anche di insperati consensi.

Ma poi?

Perché niente è per sempre.

Pensando di essere al riparo vita natural durante, la stragrande maggioranza di chi fa politica (a qualunque livello) non pensa a crearsi un’identità propria che permetterebbe di mettersi al riparo da qualunque scossone politico e cambio di leadership local/regionale/nazionale.

Non pensa di rendersi indispensabile e non scaricabile al primo problema.

Lascia semplicemente che gli eventi facciano il loro corso.

Male, molto male.

Voglio dirti una cosa: è sempre indispensabile costruirsi un personaggio con un’identità ben precisa che duri nel tempo.

Sia per emergere, sia per garantirsi un futuro indipendentemente dagli avvenimenti che sono fuori dal proprio controllo.

Identità significa distinguersi dagli avversari, ritagliarsi uno spazio nel mercato della politica e diventare leader di un segmento scoperto o poco considerato di quel mercato (per iniziare).

Senza necessariamente irritare il tuo leader attuale.

Ed è importante in ogni settore, non solo in politica.

Prendi quello che ho scritto e trasportalo nel business, nelle relazioni e, più in generale, nella vita di tutti i giorni.

Ti accorgerai quanto sia importante costruirsi un personaggio per essere padroni del proprio destino.

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